Il peso delle parole

Parole, parole e ancora parole. Ogni giorno migliaia e migliaia di questi piccoli ammassi di lettere escono dalle nostre bocche e altrettanti sono in agguato dietro a ogni angolo, sempre pronti a ubriacarci fino allo sfinimento.

Siamo talmente abituati ad esprimerci in questo modo che ormai le parole escono da sole come fiumi in piena e, spesso, molte persone si dimenticano di collegare quello che dovrebbe essere il loro maggior mezzo di elaborazione: il cervello.

Al giorno d’oggi siamo tutti bravi a utilizzare i filtri di Photoshop o Instagram, ma quando si tratta di utilizzare quelli della mente sembriamo totalmente inesperti e preferiamo quindi la versione nature, senza filtri di nessun genere.
Che siano effettivamente più difficili da utilizzare? Io non credo.
Semplicemente, pensare a ciò che si sta per dire è una pratica che per quanto possa sembrare banale, in realtà non è alla portata di tutti.

Sì, perché a volte si tende a dimenticare che non si tratta solo di un mezzo come un altro per dire la propria.

No. Le parole hanno un peso e possono fare male, molto male.

La parola può ferire più della spada

Tendiamo a credere che possano essere solo determinati gesti a creare danni seri, dimenticando però che a volte anche le parole possono uccidere. Ne basta una, anche piccola e all’apparenza insignificante per mortificare, umiliare e ferire un persona nel profondo.


E poi? Quale potrebbe essere la migliore giustificazione?
Forse: “Scusami, proprio non pensavo a quello che stavo dicendo”.
Classico, banale, dannatamente ovvio.

donna triste

Sarebbe tutto più semplice se lo capissimo solo un attimo prima di commettere l’errore invece di giustificarci un secondo dopo. Nella vita reale una volta pronunciate certe parole non c’è nessun tasto che permetta di tornare indietro come nulla fosse.

La verità è che se tenessimo più in considerazione il peso delle nostre parole molte situazioni spiacevoli si potrebbero evitare. Non dico certo che questo possa diventare il mezzo per salvare il mondo da tutto il marcio che c’è al suo interno, ma sarebbe sicuramente un passo avanti per vivere meglio. Senza mai dimenticare che le persone sono fatte di sentimenti, paure, fragilità e non semplici ammassi di carne ed ossa.

Perciò prima di aprire bocca dovremmo pensare a come ci sentiremmo se quelle stesse parole fossero riferite a noi. Dovremmo prenderci sempre qualche secondo per capire se davvero ne vale la pena. Evitando così inutili sofferenze gli altri e dei terribili sensi di colpa a noi stessi.


Non siamo macchine e non dico certo di basare un’ intera vita sul pensiero e di eliminare l’istinto, ma credo solo che basti fare a quest’ultimo una piccola aggiunta: accendere il cervello prima di parlare.

Vi assicuro che è gratis, non ingrassa, non ha controindicazioni e per farlo non serve la prescrizione del vostro medico di fiducia.  Basta un briciolo in più di consapevolezza e il gioco è fatto.


Quella cosa dalla forma strana situata all’interno del nostro cranio non è lì per bellezza e collegandola alla bocca si possono ottenere ottimi risultati.
Per chi dovesse essere scettico su quest’ultimo punto di vista, invito a provarci. Dopo tutto male non farà, o almeno, non più di quanto non abbia già fatto non farlo.

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